lunedì 4 marzo 2013

Campania: Antigone; tre morti in un solo mese nella Casa Circondariale di Napoli-Poggioreale


Ristretti Orizzonti, 3 marzo 2013

Nel solo mese di febbraio sono morti, per cause da appurare, tre detenuti nel carcere di Poggioreale, nel quale sono “ospiti” circa 2.781 unità su una capienza di 1.679 posti. Lo rende noto oggi Mario Barone, Presidente dell’Associazione Antigone-Campania.“L’1 Febbraio 2013 C.D., già ricoverato al Centro Clinico interno al Carcere di Poggioreale, è deceduto dopo un ricovero urgente al Loreto Mare. F.M. è morto il 6 Febbraio 2013 in Ospedale, dove era stato ricoverato dal 26 gennaio 2013. R.F. è deceduto a seguito di un malore in istituto il 16 febbraio 2013: il 118 ne ha constatato il decesso”.Questa la drammatica sequenza di morti secondo il portavoce dell’associazione. “È davvero un dato preoccupante” - ha detto Barone - “la sequenza di tre decessi per ragioni legate alla salute. Nei primi due casi, il ricovero in una struttura ospedaliera extra-muraria, avvenuta solo pochi giorni prima del decesso, solleva non pochi interrogativi sugli standard delle prestazioni sanitarie rese all’interno del carcere. Per quanto riguarda l’ultima morte improvvisa, ci chiediamo quali siano le procedure previste nei casi di emergenza e quali interventi di pronto soccorso si attivino in attesa dell’arrivo dei sanitari del 118”.“Nonostante siano passati cinque anni dal passaggio della sanità penitenziaria dal Ministero della Giustizia alla competenza delle Asl” - continua Barone - “ad oggi, non abbiamo dati affidabili e certi sui quali effettuare un monitoraggio. Secondo le nostre stime oltre il 60% dei detenuti presenta una patologia cronica. La tutela della salute in carcere rimane una zona grigia dei diritti fondamentali del detenuti”.“Il nuovo Parlamento” - ha concluso il presidente campano di Antigone - “dovrà occuparsi, non solo delle drammatiche condizioni di sovraffollamento carcerario che hanno portato l’Italia ad essere condannata dalla Corte europea dei diritti dell’Uomo, ma anche della tutela del diritto universale alla salute all’interno degli istituti di pena. Noi da subito segnaleremo questi decessi al Garante campano dei diritti dei detenuti e al Presidente della Commissione Sanità e Sicurezza sociale del Consiglio regionale perché se ne approfondiscano le cause e le dinamiche”.

Giustizia: Dap; al 28 febbraio oltre 10mila detenuti affidati in prova e 9.700 quelli ai domiciliari


Adnkronos, 3 marzo 2013

Ha superato quota 10mila il numero dei detenuti che usufruiscono dell’affidamento in prova: al 28 febbraio sono infatti 10.381, mentre sono 9.708 quelli in detenzione domiciliare, dei quali 2.865 per effetto della legge 199 del 2010, che prevede la possibilità di scontare ai domiciliari una pena non superiore ai 12 mesi, anche se residuale di una più lunga, limite poi portat0 a 18 mesi dal decreto “salva carceri” del ministro della Giustizia, Paola Severino.
Sono gli ultimi dati relativi alle misure alternative al carcere forniti dal Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria. Quanto a misure di sicurezza, sanzioni sostitutive e altre misure, riferisce il Dap, i detenuti in libertà vigilata sono 2.924, tra semidetenzione e libertà controllata 179, e 3.426 usufruiscono di altre misure , quali lavoro di pubblica utilità, sospensione condizionale della pena, lavoro all’esterno e assistenza all’esterno di figli minori.