domenica 26 febbraio 2012

Carcere di Voghera. Lettera di una figlia

www.detenutoignoto.com
Lettera giunta alla redazione  dell'Associazione Il Detenuto Ignoto
Ciao sono F L una ragazza di 24 anni, che vive a Polistena in provincia di Reggio Calabria, vivo in questo inferno del sud, non per i miei compaesani, ma per lo Stato, infatti qua al sud ormai da diverso tempo viviamo in uno stato di polizia, qualsiasi parola diciamo viene fraintesa, un semplice gesto viene inteso come gesti in codice, insomma non si può più vivere.
Mio papà è stato arrestato il 13 luglio scorso, in un primo momento detenuto presso il carcere di Voghera, e poi nel dicembre 2010 trasferito nel carcere di Cuneo al regime di 41 bis, un trauma notevole, infatti mio papà è stato trasferito il 18 dicembre e noi abbiamo ricevuto sue notizie il 5 gennaio, neanche la posta ci arrivava, mia mamma molto legata a mio papà stava malissimo. La cosa più grave è avvenuta il 15 Marzo quando in una notte si sono portati via un'intera famiglia: mia mamma, mio fratello, mio marito, i due fratelli di mio papà, i miei cugini e altri parenti; e purtroppo di queste operazioni come li chiamano loro, quasi ogni notte se ne fanno, per lo Stato tutti i calabresi sono mafiosi, e se porti un cognome particolare sei finito, io vorrei tanto sapere quello che devo fare per riscattarmi. La mia famiglia ha sempre lavorato onestamente, i miei genitori sono delle persone splendide che mi hanno dato tanta educazione, insegnandomi i principi e i valori del vita, mi sono sposata un anno fa con un ragazzo pulito e onesto, non riesco a capire perchè ci troviamo in queste condizioni, nelle ordinanze di custodia cautelare si leggono sempre le stesse cose, qua da noi al sud, non puoi cambiare vita perchè ti ritrovi a pagare sempre per lo stesso reato, e poi se entra in un bar un gruppo di persone pregiudicate per un semplice caffè, dopo un paio di giorni vengono arrestate, non è vita questa. Mio papà è da 6 mesi al 41 bis, una crudeltà infinita non poter sfiorare le mani del propio padre e vederlo una volta al mese per un ora, nel mese di luglio non potrò neanche andare al colloquio perchè giustamente mio papà vuole sentire la voce di mia mamma per telefono, e per una telefonata di 10 minuti a mio papà non gli fanno fare il colloquio. Mia mamma è stata arrestata solo per il semplice fatto di andare a fare colloquio a mio papà, con l'accusa di essere la persona che trasmette messaggi fuori dal carcere, non avendo nessun riscontro, mio marito un ragazzo incensurato, che lavorava e alle nove di sera andava a dormire arrestato solo per il semplice fatto che faceva il ragioniere dal 2004 nell'azienda di mio papà, cose assurde. Un'altra ingiustizia è stata quella di abolire le telefonate di mio papà con i propri legali, un'iniziativa presa dal pubblico ministero, cioè gli avvocati di mio papà devono partire da reggio calabria a cuneo per un semplice consulto di difesa. Mio papà siccome è una persona molto intelligente ha fatto lui personalmente l'istanza al pubblico ministero con esito di rigetto, vengono negati i diritti minimi. A Messina dove è detenuta mia mamma non c'è neanche una chiesa, a mio papà non lo fanno neanche andare a messa, io mi domando il Papa in tutto questo dov'è? la fede aiuta molto in queste condizioni, i carceri sono super affollati, perchè arrestano persone in massa, senza sapere chi è colpevole, prima ti buttano dentro un carcere per un anno, poi se tutto va bene ti inizia il processo, e poi se ne parla, alla fine sei pure innocente, che giustizia è? Vi dico che qua in Calabria abbiamo bisogno di tanto aiuto, non possiamo più vivere, ci arrestano tutta la famiglia, ci sequestrano tutti i nostri beni, avuti con lavoro e sacrifici, aiutateci!

Nessun commento: